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Muffa nella coltivazione della cannabis – come riconoscerla, combatterla e prevenirne il ritorno

  • 15-ago-2025
  • 1 minuto di lettura
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Chiunque abbia coltivato cannabis sa che queste piante possono essere tanto gratificanti quanto esigenti. Tra le molte minacce che incombono su un raccolto, ce n’è una particolarmente insidiosa: la muffa. Si presenta silenziosamente, spesso proprio quando pensiamo che tutto stia andando alla perfezione. Poi, in pochi giorni, può trasformare cime succose e aromatiche in masse grigiastre e cotonose buone solo da buttare.

Come riconoscere la muffa nella cannabis
Il colpevole più comune è Botrytis cinerea, meglio conosciuta come marciume grigio o muffa delle cime (bud rot). All’inizio sembra innocua – come un leggero strato polveroso su foglie o fiori. Con il tempo si scurisce, diventa soffice e i tessuti vegetali sottostanti iniziano a marcire. Nelle cime dense il problema è particolarmente subdolo: la muffa si sviluppa dall’interno verso l’esterno, lasciando lo strato esterno quasi intatto. Ecco perché i coltivatori esperti imparano a “toccare con gli occhi” – notando sottili cambiamenti di colore, consistenza e odore.

Perché si sviluppa la muffa
Raramente è colpa di un solo fattore. La muffa prospera dove l’umidità è troppo alta, la circolazione dell’aria è scarsa e le cime sono molto compatte. Un’estate piovosa in outdoor, l’assenza di ventilatori in un growbox o l’irrigazione serale in un ambiente fresco: tutti questi fattori creano condizioni ideali per la crescita dei funghi.

Come combattere efficacemente la muffa
Rapidità e decisione sono fondamentali. Le parti infette devono essere rimosse immediatamente, preferibilmente con forbici o bisturi, tagliando con un margine di tessuto sano. Gli strumenti vanno disinfettati (l’alcol isopropilico è ottimo) per evitare di diffondere le spore ad altre parti della pianta. Se l’infezione è estesa, a volte è meglio raccogliere in anticipo piuttosto che rischiare di perdere l’intero raccolto.

Prevenzione – la miglior arma del coltivatore
Combattere la muffa è una cosa, prevenirla è la vera chiave.
Alcune regole che salvano i raccolti:

  • Controllare l’umidità – in fase di fioritura mantenere l’umidità relativa intorno al 40–50 %.
  • Garantire una buona circolazione d’aria – le ventole devono muovere dolcemente le foglie senza danneggiarle. Il movimento dell’aria ostacola l’attecchimento della muffa.
  • Irrigare con criterio – evitare eccessi d’acqua e irrigazioni serali quando la temperatura cala.
  • Diradare la chioma – rimuovere le foglie in eccesso affinché luce e aria raggiungano il cuore della pianta.

Perché la muffa tende a tornare
Una volta comparsa, la muffa può lasciare milioni di spore microscopiche nello spazio di coltivazione e sugli attrezzi. Per questo, dopo un’infezione, è fondamentale pulire a fondo tutta l’area – compresi filtri, ventole e pareti del growbox. In outdoor, bisogna considerare che coltivare più stagioni nello stesso luogo può aumentare il rischio, soprattutto se nelle vicinanze crescono altre piante sensibili alla Botrytis.

Conclusione
La muffa è un nemico da non sottovalutare. Insegna pazienza, disciplina e vigilanza – perché nella coltivazione della cannabis ogni dettaglio conta. E quando si riesce a completare un intero ciclo senza neanche un accenno di grigio, la soddisfazione del raccolto è ancora più grande.

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