Quando finalmente arriva il momento – tagliare le piante dopo settimane di cure – le mani tremano, non solo per l’emozione, ma anche per il senso di responsabilità. Potare la cannabis prima dell’essiccazione è la fase che può trasformare un raccolto medio in uno che ti farà sorridere ogni volta che apri il barattolo. E anche se per qualcuno è solo “togliere foglie”, in realtà è un po’ come scolpire – ogni taglio conta.
Perché tutto questo impegno?
Se lasci le grandi foglie a ventaglio o quelle più piccole, dette “foglie zuccherine”, sulle infiorescenze, puoi dire addio a un sapore pulito e profondo. La clorofilla, una volta secca, può dare un retrogusto erbaceo sgradevole che nemmeno una lunga concia riuscirà a eliminare del tutto. Inoltre, le cime troppo coperte di foglie si essiccano più lentamente e, nel peggiore dei casi, possono sviluppare muffa.
Una buona potatura dei fiori di cannabis non è solo una questione estetica – anche se le cime compatte e curate sono più belle – ma riduce anche lo sbriciolamento durante la conservazione.
Potatura a umido o a secco? Il vecchio dibattito con nuove sfumature
Nel mondo dell’autocoltivazione di marijuana, questa domanda torna sempre.
- Potatura a umido – subito dopo il raccolto. Le foglie sono morbide, si staccano facilmente e l’essiccazione è più rapida. Svantaggio: una lunga e intensa sessione di lavoro in un solo giorno.
- Potatura a secco – la pianta intera viene appesa ad asciugare per qualche giorno prima della potatura. Meno appiccicosa e più comoda da lavorare, ma richiede condizioni di essiccazione perfette per evitare muffa o sovra-essiccazione.
Alcuni coltivatori combinano entrambe le tecniche – rimuovono subito le foglie grandi e lasciano la “rifinitura finale” per dopo.
Strumenti che fanno la differenza
Preparare il raccolto per la conservazione è molto più semplice con:
- forbici affilate con punte sottili (preferibilmente per uso botanico),
- guanti in nitrile per evitare la resina appiccicosa,
- un vassoio o contenitore per le foglie zuccherine – perfette per estratti o burro di cannabis,
- una piccola bottiglia di alcol isopropilico per pulire le lame durante il lavoro.
Il processo (senza giri di parole)
- Taglia la pianta intera o in grandi rami – è più facile da maneggiare per rifinire le cime.
- Rimuovi immediatamente le foglie a ventaglio – quelle grandi senza tricomi.
- Taglia le foglie zuccherine. Conservale per hashish, estratti, burro… le possibilità sono tante.
- Tratta le cime come piccole sculture – compatte e ben sagomate.
- Appendi i rami potati in un luogo ben ventilato, al riparo dalla luce, nelle condizioni ottimali per l’essiccazione della cannabis.
Piccoli trucchi che valgono molto
- Non avere fretta – la fretta rompe i tricomi, come schiacciare cristalli di zucchero su una torta: una perdita irreversibile.
- Strumenti affilati – le forbici spuntate strappano più che tagliare.
- Uniformità – rifinisci le cime in modo simile per un’essiccazione omogenea.
- Condizioni – 18–21 °C, umidità 50–60%, buio totale.
Conclusione
Potare la marijuana prima dell’essiccazione non è solo un passaggio tecnico – è la rifinitura finale che determina la qualità del raccolto. Chi lo fa con pazienza e precisione ottiene cime che profumano, hanno un gusto e un aspetto tali da renderle irresistibili.
È il momento in cui mesi di coltivazione si trasformano in un prodotto finito – ed è giusto assicurarsi che sia il migliore possibile.